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L'edizione odierna del Giornale di Sicilia si sofferma sulla questione relativa al canone di concessione dello Stadio Renzo Barbera al Palermo calcio, da parte dell'amministrazione comunale.
La commissione di valutazione tecnica nel 2020, aveva stabilito un canone di 341.140. Tuttavia, in occasione dell’emergenza Covid, si era deciso di attuare delle agevolazioni. E così, quella per lo stadio venne portata a 172mila curo proprio in virtù dello stato di emergenza sanitario. Soldi, peraltro, mai versati perché la società ritiene di avere affrontato spese di manutenzione straordinaria che spettavano a Palazzo delle Aquile.
La scorsa estate i consiglieri Forello e Argiroffi avevano presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno che impegnava l’amministrazione a rimodulare il valore del corrispettivo da applicare alla società del Palermo Calcio, sostenendo quanto segue: «L’emergenza è finita, ora basta. Torniamo alle nuove regole». E hanno sollecitato in questo senso il ragioniere generale, Paolo Bohuslav Basile. Il quale – qualche tempo fa – ha scritto una nota al Patrimonio in cui condensa il messaggio nell’ultimo capoverso: «In considerazione della cessazione dello stato di emergenza Covid e del successo della stagione calcistica della squadra, militante in sere B, si invita l’ufficio ad assumere ogni iniziativa volta a seguire le indicazioni del Consiglio comunale».
Dopo le soprascritte sollecitazioni, nulla è cambiato. La consigliera Argiroffi ha nuovamente interpellato gli uffici della ragioneria ma la risposta arrivata è stata come una secchiata di acqua gelida: in pratica le somme accertate emesse a bilancio fino al 2026 sono di 210 mila 248 euro. Sostanzialmente il vecchio canone. L’area del Patrimonio, in pratica, non avrebbe tenuto conto dell’indicazione proveniente dall’assemblea cittadina e con separata determinazione dirigenziale ha dato corso alla rinnovazione alle vecchie condizioni. «A noi sembra che il tema dello stadio Renzo Barbera non interessi minimamente l’amministrazione – dicono Argiroffi e Forello -. il Covid non c’è più, la società calcistica non è più in difficottà, la squadra non è più in serie D e dunque non c’è una sola ragione per non esigere il canone nella sua interezza considerata anche le condizioni fatiscenti dell’impianto che necessità di interventi urgenti e profondi. Peralero- concludono i due esponenti politici – la procedura di riequilibrio finanziario a cui è stato ammesso il Comune non ci consente di fare regalia chicchessia».
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